Salviamo Aldo Moro

TESTAMENTO POLITICO E SPIRITUALE DI MARIA FIDA MORO
Agrigento, Convegno UDC del 04 Febbraio 2023
Ultimo discorso pubblico di MARIA FIDA MORO

Appello - Petizione. Perché?

Mio figlio Luca ed io abbiamo deciso di raccogliere le firme degli italiani perché sia applicata la legge in favore delle vittime del terrorismo anche nei confronti di Aldo Moro, specificando quanto segue: lo facciamo per il denaro? Anche! Sì, perché ci spetta, perché siamo discriminati a tutti i livelli fin dal 16 marzo 1978. Ma soprattutto perchè papà non deve essere discriminato a sua volta.
Quando era in vita non si è limitato a non rubare niente (cosa giusta e doverosa), ma ha devoluto la sua intera indennità ai bambini poveri del sud perché potessero studiare. Così facendo, inconsapevolmente ha leso noi.
Ma il problema vero è che lo stato, che non perde occasione di invocare la legalità, non può ignorare Aldo Moro come se non fosse, a sua volta, vittima del terrorismo, tanto che la data della sua morte è stata scelta come giorno del ricordo di tutte le vittime. La legge vale in favore di ogni vittima e quindi anche per mio padre e per me.
E' impensabile che non venga applicata per la persona che ha avuto la sorte più terribile, visto che è stato rapito e tenuto prigioniero per 55 giorni ed ha subito un'agonia inenarrabile.
Non basta: Aldo Moro è fonte di indebita visibilità per troppi in malafede. Serve a strappare applausi immeritati in quanto sarebbero destinati a mio padre e non all'oratore di turno. E se non fosse morto tragicamente molti sarebbero rimasti dei "signor nessuno", invece di pavoneggiarsi ingiustamente.
Comunque la storia di papà e la sua luminosa vita sono tutte da scrivere e raccontare. Una bimba dello Sri Lanka della V elementare mi ha chiesto una volta se sarebbe stato corretto dire che papà era il natale per noi. Sì, è così! Infatti per "i profughi della Casa dei Cento Natali" mai più tornerà il Natale. Criticateci pure se pensate che noi chiediamo questo per una mera ragione economica e non per il principio, ma mentre ci criticate ricordatevi che non abbiamo scelto noi di essere vittime del terrorismo e se c'è una legge promulgata dal parlamento deve valere per tutti oppure per nessuno.
Infine se pensate che essere figli di una persona importante significhi essere favoriti vi sbagliate di grosso, perché chi ha il potere e non lo esercita per se e per i suoi, è alla mercé di forze oscure, come la storia insegna. Adesso non è più il momento di "Moro vivo nella verità", il nostro primo sito, ma visto che, a tempo debito, nessuno ha fatto niente per salvarlo è il momento di "salviamoaldomoro.it".
Voglio proprio vedere quanti italiani sceglieranno la scomoda, ma luminosa via della verità, e se saranno capaci di esporsi e per questo perdere qualcosa in favore della vita mancata di Aldo Moro, spesa "inutilmente" per l'Italia.

Maria Fida Moro

PROMEMORIA LEGALE

Premesso che:
- sulla natura previdenziale (o meno) dell’assegno di vitalizio si è da tempo pronunciata la Corte Costituzionale, la quale ha affermato che l’assegno di vitalizio “dopo aver trovato la sua origine in forma di mutualità, si è gradualmente trasformato in una forma di previdenza obbligatoria di carattere pubblicistico” (v. Corte Cost., 13 luglio 1994, n. 289, enfasi aggiunta).
- l’Agenzia delle Entrate, con Risoluzione n. 453 del 1° dicembre 2008, ha precisato che l’esenzione IRPEF deve essere estesa a tutti i trattamenti pensionistici derivanti da iscrizioni assicurative obbligatorie di cui fruiscono i soggetti considerati vittime del terrorismo (ai sensi della Legge 3 agosto 2004, n. 206);
- in data 31 luglio 2009, l’on. Publio Fiori, in quanto vittima di atti terroristici e ritenendo di poter usufruire dei benefici previsti dalla Legge n. 206/2004, ha presentato l’istanza di interpello all’Agenzia delle Entrate per chiedere l’esenzione IRPEF relativa dei trattamenti pensionistici percepiti quale Avvocato dello Stato ed ex parlamentare.
- ottenendo riscontro negativo, l’on. Fiori ha adito la Commissione Tributaria Provinciale che, con pronuncia del 31 maggio 2012, n. 250, ha accolto le ragioni del ricorrente, statuendo che:
• dal Regolamento della Camera del 23 luglio 2007 si evince che l’assegno vitalizio ha sostanziale natura previdenziale “in quanto è destinato a garantire al parlamentare una vita dignitosa al termine del suo mandato, ed è dotato di tutte le caratteristiche della pensione […]”;
• “la Direttiva del PCM, la Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate e le Circolari dell’INPS indicano chiaramente che il 2° comma dell’art. 3 legge 204/2006 vada interpretato nel senso di ricomprendere nel termine “pensione” tutti i trattamenti previdenziali, obbligatori e pubblicistici […]”;
• “è indubbio che l’assegno di vitalizio costituisce quella forma di previdenza derivante da iscrizioni assicurative, obbligatorie e pubblicistiche indicate nell’art. 3, comma 2 della Legge n. 206/2004, rilevanti per il riconoscimento dell’esenzione IRPEF” (enfasi aggiunta).
- la Commissione Tributaria Provinciale ha concluso riconoscendo all’assegno di vitalizio percepito dal ricorrente, l’on. Fiori, il diritto all’esenzione IRPEF “in quanto, nella sostanza, trattamento previdenziale, obbligatorio e pubblicistico”.

Su tali basi, ci si deve chiedere come i dinieghi alle istanze presentate dalla Senatrice Moro, aventi ad oggetto le medesime pretese dell’on. Fiori, possano conciliarsi con la pronuncia della Commissione Tributaria Provinciale del 31 maggio 2012, n. 250.
Invero, quest’ultima, accogliendo le ragioni dell’on. Fiori, ha riconosciuto pacificamente la natura previdenziale all’assegno di vitalizio; natura che, al contrario, l’Agenzia delle Entrate, a fronte delle richieste della Senatrice Moro ha inspiegabilmente negato a più riprese.

Appello di Maria Fida e Luca Moro al Popolo Italiano

Vorremmo che firmaste questo appello-petizione con il quale si chiede al Senato della Repubblica ed alla Camera dei Deputati la totale applicazione della Legge n. 206 del 3 agosto 2004 in favore delle vittime del terrorismo e dei loro familiari e quindi anche di Aldo Moro e della sua famiglia.

È talmente ingiusto che l’unica vittima in favore della quale non viene applicata sia la stessa la cui data di morte, 9 maggio 1978, sia stata scelta, con una legge apposita, come simbolica per la giornata della memoria che, collettivamente, ricorda tutte le vittime.

È ora che il Popolo ricordi al Parlamento il senso della sovranità popolare prevista dalla Costituzione.

Luca Moro
Maria Fida Moro

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