10 gennaio Sant'Aldo
“Vera liberazione è quella che si compie in Dio.” – ALDO MORO
ALDO MORO COSTRUTTORE DI PACE
Avevo letto una volta su una targa, che era stata regalata al nonno, “All’on. Aldo Moro costruttore di pace”. Questa è una delle migliori definizioni che siano mai state date del nonno. Essere un pacificatore cioè un uomo che mette la propria vita al servizio della pace. Che lavora affinché pace, giustizia e verità possano essere applicate e garantite.
“La pace, che è tutt’uno con la verità, verità operosa e creatrice di intese, non è un dato esterno al quale si possa comodamente aderire” ed ancora: “Se riusciamo ad essere forti, la pace verrà a noi non come un compenso utilitario, ma come una luce di verità”. È così profondo il pensiero del nonno che va davvero studiato nel dettaglio se lo si vuole capire pienamente.
La pace si prepara essendo nella verità. L’adesione alla verità porta con sé la difesa dei valori umani. La pace va favorita con ogni mezzo. Bisogna “salvaguardare ciò che corrisponde alla verità integrale, condannare e respingere tutto e solo ciò che vi si oppone”. Tutto questo è Aldo Moro e molto altro ancora ... Nel libro Al di là della politica e altri scritti (edizione Studium), una raccolta di articoli e brevi saggi che vanno dal 1942 al 1952. Si leggono delle pagine di una bellezza sconfinata scritte dal nonno. Quasi come se più si andasse indietro nel tempo e più si potesse vedere chiaramente l’interezza del suo pensiero: umano, spirituale, politico e sociale.
Su quel libro la nonna mi scrisse questa dedica: “A Luca perché ascolti il nonno che tanto lo ama”. E davvero tutta la mia vita è una ricerca continua verso il mio amatissimo nonno. Nelle piccole e grandi cose, che attengono ad ogni frangente della vita stessa, io cerco sempre di ritrovare il nonno, che, con il suo amore, mi infonde di continuo coraggio e luce.
Questo dialogo silenzioso arriva dove le parole si fermerebbero, non conosce barriere o limiti ed è in tutte le cose in ogni momento. Io cerco di esserne sempre consapevole. Sto attento e sintonizzato in modo da poter mantenere sempre attiva questa nostra singolare “comunicazione aperta”...
L’amore misteriosamente rimane (come aveva sperato il nonno dichiarandolo in una delle sue atroci lettere dalla prigionia), l’amore vince sempre. La vita nella sua essenza più profonda e solo una questione d’amore.
Aldo Moro un uomo mite, un uomo buono. Un uomo in grado di saper vedere e saper mettere in luce la parte migliore di tutti. La mitezza infatti è una grandissima forza ed il nonno era di una mitezza disarmante. Anche se veniamo in pace non significa che siamo deboli, ma per essere pacifici bisogna essere estremamente forti. Il nonno lo era. Mettere in pratica la pace comporta di conoscere bene quali siano i risvolti dell’assenza della pace stessa. La guerra, la desolazione, la violenza, sono effetti della mancanza della pace.
Essere al di là dell’ego e vedere nell’unita della collettività il bene più grande è patrimonio dei saggi. Il bene supremo è ciò per la cui realizzazione Aldo Moro ha messo sul piatto della bilancia la sua propria vita. Sapeva benissimo a che cosa andava incontro. Penso che lo abbia sempre saputo. Tutti noi lo abbiamo sempre saputo.
Aldo Moro costruttore di pace, Aldo Moro guerriero di pace. Aldo Moro combattente per la pace. Sembra un controsenso dire guerriero di pace, ma non è così. Dal mio punto di vista significa conoscere, nel minimo dettaglio, tutte le orribili conseguenze dell’assenza di pace così bene da non tollerare di restare passivi ed inerti. È inevitabile lottare fino allo stremo delle forze perché la pace sia. Significa, in definitiva, essere talmente tanto centrati ed in equilibrio da essere oltre lo scontro, oltre la separazione della dualità, significa sapere profondamente che il modo migliore di combattere è non combattere. Ma per arrivare a questa comprensione propria dei maestri è chiaro che è necessario padroneggiare perfettamente la propria arte ed essere invincibili. Nel caso di mio nonno l’arte era quella di vivere, cioè di essere. Poiché lo scopo della vita è ritrovare nella vita se stessa e in essa l’universale e l’eterno. Aldo Moro, che era un maestro di vita, poteva permettersi di essere in ogni momento dell’esistenza in grado di scegliere la via della pace essendo pace egli stesso. In senso lato questo concetto è lo stesso che ispira le autentiche arti marziali.
“La pace, che è tutt’uno con la verità, verità operosa e creatrice di intese, non è un dato esterno al quale si possa comodamente aderire” ed ancora: “Se riusciamo ad essere forti, la pace verrà a noi non come un compenso utilitario, ma come una luce di verità”. È così profondo il pensiero del nonno che va davvero studiato nel dettaglio se lo si vuole capire pienamente.
La pace si prepara essendo nella verità. L’adesione alla verità porta con sé la difesa dei valori umani. La pace va favorita con ogni mezzo. Bisogna “salvaguardare ciò che corrisponde alla verità integrale, condannare e respingere tutto e solo ciò che vi si oppone”. Tutto questo è Aldo Moro e molto altro ancora ... Nel libro Al di là della politica e altri scritti (edizione Studium), una raccolta di articoli e brevi saggi che vanno dal 1942 al 1952. Si leggono delle pagine di una bellezza sconfinata scritte dal nonno. Quasi come se più si andasse indietro nel tempo e più si potesse vedere chiaramente l’interezza del suo pensiero: umano, spirituale, politico e sociale.
Su quel libro la nonna mi scrisse questa dedica: “A Luca perché ascolti il nonno che tanto lo ama”. E davvero tutta la mia vita è una ricerca continua verso il mio amatissimo nonno. Nelle piccole e grandi cose, che attengono ad ogni frangente della vita stessa, io cerco sempre di ritrovare il nonno, che, con il suo amore, mi infonde di continuo coraggio e luce.
Questo dialogo silenzioso arriva dove le parole si fermerebbero, non conosce barriere o limiti ed è in tutte le cose in ogni momento. Io cerco di esserne sempre consapevole. Sto attento e sintonizzato in modo da poter mantenere sempre attiva questa nostra singolare “comunicazione aperta”...
L’amore misteriosamente rimane (come aveva sperato il nonno dichiarandolo in una delle sue atroci lettere dalla prigionia), l’amore vince sempre. La vita nella sua essenza più profonda e solo una questione d’amore.
Aldo Moro un uomo mite, un uomo buono. Un uomo in grado di saper vedere e saper mettere in luce la parte migliore di tutti. La mitezza infatti è una grandissima forza ed il nonno era di una mitezza disarmante. Anche se veniamo in pace non significa che siamo deboli, ma per essere pacifici bisogna essere estremamente forti. Il nonno lo era. Mettere in pratica la pace comporta di conoscere bene quali siano i risvolti dell’assenza della pace stessa. La guerra, la desolazione, la violenza, sono effetti della mancanza della pace.
Essere al di là dell’ego e vedere nell’unita della collettività il bene più grande è patrimonio dei saggi. Il bene supremo è ciò per la cui realizzazione Aldo Moro ha messo sul piatto della bilancia la sua propria vita. Sapeva benissimo a che cosa andava incontro. Penso che lo abbia sempre saputo. Tutti noi lo abbiamo sempre saputo.
Aldo Moro costruttore di pace, Aldo Moro guerriero di pace. Aldo Moro combattente per la pace. Sembra un controsenso dire guerriero di pace, ma non è così. Dal mio punto di vista significa conoscere, nel minimo dettaglio, tutte le orribili conseguenze dell’assenza di pace così bene da non tollerare di restare passivi ed inerti. È inevitabile lottare fino allo stremo delle forze perché la pace sia. Significa, in definitiva, essere talmente tanto centrati ed in equilibrio da essere oltre lo scontro, oltre la separazione della dualità, significa sapere profondamente che il modo migliore di combattere è non combattere. Ma per arrivare a questa comprensione propria dei maestri è chiaro che è necessario padroneggiare perfettamente la propria arte ed essere invincibili. Nel caso di mio nonno l’arte era quella di vivere, cioè di essere. Poiché lo scopo della vita è ritrovare nella vita se stessa e in essa l’universale e l’eterno. Aldo Moro, che era un maestro di vita, poteva permettersi di essere in ogni momento dell’esistenza in grado di scegliere la via della pace essendo pace egli stesso. In senso lato questo concetto è lo stesso che ispira le autentiche arti marziali.
GUERRIERO DI PACE (2025)
“La più grande opera sociale è quella che ha la sua radice nell’intimità dello spirito.” – Aldo Moro
Malgrado le meschinità e le cattiverie degli uomini il sole continua a sorgere ed a tramontare tutti i giorni, le stelle splendono, il vento soffia, l’acqua scorre, la vita continua. Ma questo non vuol dire che gli elementi e l’intero cosmo siano sordi, ciechi e muti, anzi è
il contrario. Non una cosa, grande o piccola che sia, andrà perduta mai.
Noi crediamo, nella nostra piccolezza presuntuosa, di conoscere già tutto ed invece non sappiamo niente.
Siamo bravissimi ad aver fiducia nella morte (che sembriamo sempre scegliere), e non sappiamo avere neanche un briciolo di fede nella vita, che è molto di più di quello che noi crediamo essere. Noi uomini affermiamo sempre di aver paura della morte, ma agiamo come se invece fosse la vita a farci paura, perché della vita siamo responsabili ed è sconosciuta mentre la morte che riteniamo inevitabile ci dà paradossalmente almeno una certezza. A mio modesto avviso questa è una idiozia. Nel mio cuore lo SCONOSCIUTO si chiama DIO.
Noi crediamo, nella nostra piccolezza presuntuosa, di conoscere già tutto ed invece non sappiamo niente.
Siamo bravissimi ad aver fiducia nella morte (che sembriamo sempre scegliere), e non sappiamo avere neanche un briciolo di fede nella vita, che è molto di più di quello che noi crediamo essere. Noi uomini affermiamo sempre di aver paura della morte, ma agiamo come se invece fosse la vita a farci paura, perché della vita siamo responsabili ed è sconosciuta mentre la morte che riteniamo inevitabile ci dà paradossalmente almeno una certezza. A mio modesto avviso questa è una idiozia. Nel mio cuore lo SCONOSCIUTO si chiama DIO.
ECHI DI KEEP YOUR LAMP TRIMMED AND BURNING
“La prima volta che ho ascoltato la versione del reverendo Gray Davis di ‘Keep Your Lamp Trimmed and Burning’, l’emozione è stata talmente grande e dirompente che tutt’ora, a quasi trent’anni di distanza, devo ancora riprendermi.
Il mio arrangiamento non c’entra niente con l’originale.
È come se fosse un’altra canzone, è un eco lontanissimo di alcune note che, se ascoltate con attenzione, potrebbero lontanamente ricordare una melodia ove già la si conoscesse. Ho anche volutamente scelto un linguaggio musicale lontano dal luminoso e travolgente Holy Blues del reverendo Davis, in modo da tenermi rispettosamente a distanza.
Quello che accomuna davvero la mia musica a quella del reverendo Davis è che ogni cosa che suono è una preghiera che sale al cielo, che parte dal mio cuore e si espande verso tutto ciò che è...”