Lettera aperta all’on. Raniero La Valle

Gentile Onorevole,
sabato 30 settembre alle 16,00 ho preso parte a Roma al teatro Ghione all’assemblea aperta intitolata “Pace, Terra, Dignità” iniziativa organizzata da Lei, appunto, e da Michele Santoro. Questo evento mi è piaciuto nella sua temerarietà. Però c’è un ma. Mentre tanti dei presenti non erano neanche nati nel 1978 Lei era vivo e vegeto e praticava la politica. Mia madre mi aveva descritto Raniero La Valle come un cattolico di valore.
Allora mi chiedo, ma com’è possibile che nel suo elenco finale, riguardante le persone che stimava e ricordava, non abbia aggiunto un martire pacificatore, un europeista convinto, un testimone come Aldo Moro la cui morte ha aperto la porta alla guerra in Europa ed al significativo degrado della nostra Italia? Mettiamo che non le sia venuto in mente che Aldo Moro sia esistito, ma io ero intervenuta prima di Lei e Lei avrebbe potuto benissimo accennare al nome di mio padre almeno come gentilezza nei miei confronti. Oppure se non ha ritenuto di citarlo si tratta di un altro scenario ancor peggiore.
Mi fa paura questa superficialità e questa negazione perpetua dell’esistenza di un uomo amorevole e buono, che ha operato, solo nel bene, e come premio ha avuto un’agonia ed una morte terrificanti. Se leggerà questa mia ci pensi per una ventina di secondi. Resto convinta che l’unica cosa che ognuno di noi può fare ogni singolo giorno della vita per favorire la pace e l’armonia sia diminuire e sanare il dolore del mondo consolando almeno con piccoli gesti e parole gentili quante più persone possibile.
Nella verità della bellezza e dell’amore cieli e terre nuovi devono fiorire per forza. Se però un paese non ha memoria del proprio passato non avrà un futuro e nemmeno la pace.

Grata dell’attenzione Le auguro ogni bene.

Maria Fida Moro